Originariamente Scritto da
leellah
Forza ragazzi... la lettera è pronta...
Spett.le Redazione di Quattroruote,
appartengo a un gruppo di appassionati di Audi, che condivide la propria passione su internet, partecipando a un forum.
Facendomi portavoce di un malcontento generalizzato, vorrei segnalarvi l’atteggiamento, a mio modo di vedere assolutamente scorretto, di Volkswagen Group Italia nei confronti dei clienti che fanno richiesta di nullaosta per la trascrizione a libretto di pneumatici in alternativa. Di fatto, l’unica via “legale” alla trascrizione di misure alternative è preclusa alla stragrande maggioranza dei clienti.
E’ indubbio che esistano, in Italia, carenze e limiti legislativi sul tema (e qui davvero siamo fuori dall’Europa!), che spero vengano cancellati al più presto, ma c’è da dire che il comportamento dell’importatore è tutt’altro che cristallino.
In passato (fino al 2005) Autogerma rigettava qualsiasi richiesta di nullaosta, confermando che la richiesta di montaggio di cerchi maggiorati poteva essere fatta soltanto al momento dell’ordine e contestualmente all’acquisto di determinati pacchetti di accessori “sportivi” (?).
Per un breve periodo e fino all’aprile 2007, la politica cambiò: il nullaosta veniva concesso, esaminando caso per caso, se il cliente montava cerchi originali.
Nell’aprile scorso Audi Italia ha emesso una circolare interna (che allego in calce), in cui demanda alla rete ufficiale la gestione di tali pratiche, specificando procedura e linee di condotta per Concessionarie e Officine autorizzate: la concessione del nullaosta diventa sostanzialmente automatica per alcuni modelli a patto che i cerchi montati siano nuovi, originali e fatturati da Audi.
In effetti, il montaggio di cerchi maggiorati non ha carattere di necessità, ma il comportamento di Audi Italia (o VGI), oltre ad essere vessatorio, lede il principio del libero mercato (non deve essere il Costruttore stesso a imporre i componenti da montare, se ne esistono di equivalenti), impedisce a molti operatori del settore seri e certificati di entrare in concorrenza, e ai clienti finali di risparmiare. Oltretutto in questo modo si scavalca la possibilità per il richiedente, qualora il rifiuto non sia motivato tecnicamente, di ricorrere a perizie esterne. La direttiva ha diversi vizi di sostanza, che vorrei sottolineare qui di seguito.
Innanzitutto perché subordinare il rilascio del nullaosta all’originalità dei cerchi? Se vi fossero problematiche tecniche reali, il nullaosta non andrebbe mai concesso. Invocare fantomatiche ragioni di sicurezza è fuorviante e significa sottovalutare le competenze/capacità tecniche degli interlocutori.
Tra l’altro i cerchi originali sono gli unici che “viaggiano” senza certificati di omologazione TÜV, universalmente riconosciuti quali indici di qualità. Ne sanno qualcosa i clienti tedeschi per cui, in fase di omologazione, paradossalmente, è più facile produrre la documentazione richiesta per gli aftemarket che per gli OEM.
Inoltre, i cerchi originali vengono comunque prodotti da Costruttori molto attivi nell’aftermarket (Ronal, BBS, ecc.), i cui standard qualitativi immagino siano uguali o superiori a quanto richiesto da Audi e in linea con i principali concorrenti sul mercato. Riesce difficile pensare che i produttori OEM possano produrre con il proprio marchio con standard qualitativi di riferimento inferiori.
Perché vincolare il cliente all’acquisto di cerchi nuovi? Ammesso, e non concesso, che i cerchi debbano essere originali, cosa impedisce di utilizzarne di usati, se non le necessità dell’importatore di fare cassa? A logica infatti bisogna concludere che un cerchio originale duri meno di un pneumatico… Ma se l’originalità era un prerequisito per la sicurezza?
La rete ufficiale impone di esibire, come ulteriore antipatico giogo, la fattura di acquisto dei cerchi, in quanto i Service Partner non sono in grado, nonostante costi orari da consulenza legale, di certificare l’originalità dei cerchi (se non con la fattura, ovviamente) e rifiutano, in maniera arrogante e categorica, qualsiasi attività di verifica, anche di fronte a cerchi con stampigliature originali (“Si figuri, falsificano anche quelle”), nell’ottica che il cliente è sempre lì per fregarli, quando è vero il contrario. Ma allora, se la garanzia è strettamente legata all’utilizzo di parti originali, come fanno costoro a distinguere, in eventuale sede di contestazione, i componenti originali dagli altri?
Perché, infine, Audi si “preoccupa” di fornire la ruota completa, ricaricando anche il pneumatico di un costo aggiuntivo che il cliente potrebbe benissimo evitare? Perché al cliente viene preclusa anche la possibilità di scegliere la marca delle gomme?
Se applicata alla lettera, la circolare fa spendere al cliente globalmente 1,5-2 volte le cifre richieste al di fuori della rete ufficiale.
Soprattutto non si capisce che fine facciano questi vincoli una volta effettuato il collaudo e trascritta la nuova misura a libretto: in effetti sul libretto finisce semplicemente un misura di pneumatico e non resta alcuna traccia di riferimenti a cerchi specifici o quant’altro.
Gradirei conoscere la vs. posizione in merito, auspicando un vs. intervento a chiarire la vicenda.
Certo di un vs. cortese riscontro porgo
Cordiali saluti
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