Mi fa molto piacere, SuperTeox, che anche tu intervenga su questa discussione; infatti, mi dispiaceva che proprio tu non avessi partecipato alla discussione principale
http://forum.audirsclub.it/showthread.php?t=10406 (che ti invito a leggere, per evitare di rispiegarti tutto).
Ora, il concetto è che un catalizzatore ceramico è una schifezza, sotto tutti i punti di vista; e, quindi, su una audi S3 (che costa 40.000 euro circa, senza accessori) non esiste che i catalizzatori siano entrambi a supporto ceramico.
Visto che qui siamo nella sezione tecnica e visto che sono ingegnere meccanico esperto di motori a combustione interna, vi faccio la lezioncina a riguardo, evidenziando giusto qualche “svantaggio” pratico (a chi, poi, vuol saperne di più, posso mandare via e-mail una trattazione più approfondita, scritta da me, che però forse è un po’ troppo “universitaria”):
1. Un catalizzatore ceramico quale è il primo installato sulla linea di scarico della S3 (per capirci, il cosiddetto precatalizzatore) genera sulla nostra turbina K04 una contropressione all’uscita per cui la turbina stessa non è proprio progettata; ciò significa che la turbina lavora sin dall’inizio in condizioni di “fuori progetto”, il che la porterà nel giro di poche migliaia di chilometri a una perdita di efficienza “significativa” (quanto? beh, signori, dipende da 1000 fattori, tra cui lo stile di guida, la manutenzione, la bontà intrinseca del pezzo meccanico, …; fatto sta, che dopo poco sicuramente non “lavorerà” più a dovere), pur non arrivando mai a rottura (eh, già ci sono i trucchetti per progettare un pezzo meccanico in modo che sia poco efficiente ma non si rompa in maniera conclamata);
2. In generale, un catalizzatore ceramico, per la sua stessa configurazione e natura, tende ad “attapparsi” molto facilmente; dunque, ulteriore aumento della contropressione allo scarico, conseguente ulteriore danno alla turbina e, dunque, aggiuntivo calo di prestazioni;
3. Un catalizzatore ceramico è inferiore a un corrispondente metallico, anche riguardo al potere di abbattimento degli inquinanti; infatti, a parità di volume del convertitore (e, dunque, di potere di conversione delle emissioni nocive del motore in sostanze innocue), essendo la superficie attiva e l'area frontale di un metallico maggiori, si può sia adottare una matrice di lunghezza assiale inferiore sia ridurre a 200 cpsi la densità dei canali (il che significa ridurre ulteriormente la perdita di carico, ma anche risparmiare in peso e costi).
Allora, qui non si tratta di soft o hard tuning, che sia; il fatto è che un catalizzatore ceramico va bene per una clio, una grande punto, una C3, accettiamo al limite anche per una A3 2.0 TFSI “normale”, ma su una audi S3 no, sia per un discorso di marchio e di immagine (è una audi S) sia per un discorso di prezzo di acquisto (diciamocelo, 40.000 euro senza accessori, per una macchina così son proprio tanti!). Chi compra questa macchina fa una scelta senza troppi compromessi e, quindi, deve trovare un prodotto di conseguenza: pago l’integrale evoluto, il motore “speciale”, l’assetto sportivo, i freni potenti (anche se niente di eccezionale), ma anche uno scarico progettato “a regola d’arte”; fatemi pagare la macchina anche 5.000 euro di più (e sto esagerando veramente!) ma datemi uno scarico “come si deve” e nessuno avrà rimpianti. Eh, già perché dopo 1200 km, sono molto soddisfatto della macchina, però mi sto lamentando….di che?!? Non che è dura, che consuma troppo, che è bassa, ma che ha uno scarico veramente poco curato sotto il profilo generale (anche il sound lascia a desiderare: accelerando ai bassi giri sembra bucato); il che è inammissibile!!!
E quando vai in audi e dici: “allora lo cambio, anzi faccio metallici i 2 catalizzatori originali e lascio tutto intatto (niente centralina), non si vede quasi niente” e la risposta è “fallo, ma perdi i 4 anni di garanzia” (eh già, è sempre il quasi che ti frega), allora scatta la vendetta.
Se non me lo fanno fare, butto giù un putiferio (e lo posso fare, visto che ho anche le giuste conoscenze in ambito universitario e giornalistico) che Volkswagen Group Italia si ricorderà per almeno 10 anni; e, a livello di immagine, non penso sia proprio gradito.
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