La prima cosa che ti colpisce della R8 è il suo fantastico sound, più graffiante e potente rispetto a quello della RS4 (i due motori differiscono per la presenza del carter secco e per il sistema di aspirazione a tromboncini sulla R8) e molto più coinvolgente ed elegante di quello emesso da qualsiasi 911 ed eccezione della GT3.Forse.
Poi, una volta che ti riprendi dalla libidine acustica, ti concentri sulla spinta del 4.2FSI da 420cv che ti schiaccia letteralmente sul sedile fino a limitatore nelle prime 3 marce e prosegue con potenza anche nelle 4 e 5 marcia (la 6 non l’abbiamo messa). Il motore è un gioiello: allunga, allunga ed ancora allunga con una progressione ed una regolarità di erogazione semplicemente fantastica. Inoltre sembra essere sempre in coppia, pronto a mordere e a scattare.
Subito ti colpisce la facilità con la quale l’auto prende velocità anche nelle marce alte quasi infischiandosene degli attriti dell’aria, della trazione integrale e del peso complessivo. Tu schiacci e lei risponde immediatamente, con una spinta che è cremosa ma allo stesso tempo selvaggia.
Il cambio poi ce la mette davvero tutta per farti sentire su un’auto da corsa: il fatto che praticamente tutte le Audi portate alla prova fossero automatiche, la dice lunga su dove si stia spingendo la richiesta del mercato per le trasmissioni di questo genere di auto. Il fatto è che quando provi un multitronic o un tiptronic, ti rendi conto che sono buoni cambi automatici, ma tolgono passione e divertimento alla guida oltre a fare scalate e ad avanzare di marcia proprio quando vorresti che “il motore rimanesse lì”, al regime che vuoi tu.
Ma l’R-tronic… le cambiate sono velocissime e quei paddles dietro al volante ti coinvolgono subito e ti spingono ad una guida immediatamente sportiva e mirata. Selezionando poi la modalità “sport” la velocità di cambiata ed il divertimento sono assoluti: la prima aumenta ulteriormente; il secondo è portato quasi allo stato di goduria cronica grazie a veri e propri “calci nel culo” che arrivano ad ogni cambiata e che danno l’impressione che l’avantreno faccia un balzo talmente violento in avanti , da spezzare il telaio in due tronconi: ed i passeggeri sono proprio al centro dell’ipotetica crepa. E poi fa quello che dici tu, sempre e comunque. Non avanza di una marcia finche non sei tu a dare l’input; a costo di far stare il motore a limitatore fino a che non esplode.
Lo sterzo è pesante alla giusta maniera ed è fantasticamente preciso e progressivo. Inoltre, nonostante sia “sporcato” dalla presenza di una minima parte della coppia motrice, trasmette una sensibilità davvero fuori dal comune: sembra di avere i palmi delle mani appoggiati sul battistrada e sentire l’asfalto che gli scorre sotto. Freni? Assai potenti e ben modulabili, all’altezza del resto della vettura.
Il comportamento stradale è qualcosa che si può capire solo una volta al volante della Supercar Audi: rollio e beccheggio sono praticamente azzerati e la capacità di trazione è colossale; la stabilità poi, è veramente un punto di riferimento nel panorama delle auto Sportive (volutamente scritto in maiuscolo).Ma la cosa che ti sconvolge al volante della R8 è che sembra quasi non avere un limite fisico rispetto alle altre vetture; e quando lo tocchi e fai lampeggiare qualche lucina, magari dando tutto gas all’uscita di una curva da II° marcia , ti rendi conto di quanta sia l’effettiva differenza di compostezza e la facilità di stare in strada della R8 rispetto alle auto concorrenti.
Inoltre il punto di corda di qualsiasi curva potrebbe essere quasi sempre anticipato: l’auto sembra essere su due binari e la trazione integrale lancia fuori il telaio da ogni curva come se fosse spinto da una catapulta. E lei? Beh, lei non batte ciglio, anzi, se potesse parlare potrebbe anche avere la sfacciataggine di dirti : “tutto qui? Mi sto annoiando”.
I controlli elettronici sono abbastanza ben mascherati: sono serviti più che altro a ricordare che non si può derapare con 125.000 euro di macchina ad un blog driver day. :-)
Simone, al volante dell’auto ha affermato: “ sono senza parole… ho provato a cambiare anche marcia in curva per vedere quanto teneva…” silenzio ed occhi sgranati di chi è stupito (ndr);” E’ pazzesca…adesso quando sentirai la reattività del comando dell’acceleratore rimarrai estasiato…”
Per quel che può importare arrivati a questo punto, segnalo agli audisti maniaci che potranno ritenersi pienamente soddisfatti dalla finitura dell’auto: tutta pelle, alluminio e alcantara. Insomma, un ambiente curato ed assemblato a regola d’arte e completato dallo splendido impianto audio Bang&Olufsen. Quest’ultimo ha l’unico difetto si essere un po’ superfluo: quando sei seduto dinanzi ad un’orchestra da 420 elementi, l’audio dello stereo è poco rilevante. Difetti… beh, ha le stesse maniglie apri-porta della TT.I led possono non piacere a tutti. Poi…basta. Considerando che non è una versione estrema o pronto pista è difficile lamentarsi di qualsiasi altra voce dell’auto.
Un’ unico pensiero mi è venuto in mente una volta sceso e ripresomi da un esperienza così stimolante: di cosa sarà in grado la R8 con motore V10? Si era inoltre parlato di una versione che non lasciasse spazio a confort ed Hi-Fi vari, ma che fosse marcatamente più rivolta alla guida: è molto difficile solo pensare a che risultati possa arrivare vista la base di partenza che è praticamente un “UFO su ruote”.
Personalmente credo che dopo la RS4 B7, questa Audi R8 sia la dimostrazione lampante di cosa sta succedendo ad Ingolstadt : il genoma della casa sta cambiando e si sta ogni giorno evolvendo verso nuovi parametri di piacevolezza ed efficacia di guida. A4, A5 ed R8 fanno parte di una nuova generazione di vetture che lascia nulla al caso al capitolo dinamica di guida. Gli studi evolutivi fatti per telai, autotelaio e disposizione del motore, si sentono e si toccano alla prima curva. E credetemi quando dico che, se queste sono le basi di partenza, le nuove versioni RS di tali mezzi,si saranno davvero spaziali.
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